San Pietro Nolasco nacque nel 1189 da una nobile famiglia a Recaud, presso Carcassonne, in Francia. Fin da bambino, si distinse per una straordinaria carità verso il prossimo. Un presagio delle sue virtù si manifestò quando, ancora nella culla, uno sciame di api volò sopra di lui, costruendo un favo...
San Pietro Nolasco nacque nel 1189 da una nobile famiglia a Recaud, presso Carcassonne, in Francia. Fin da bambino, si distinse per una straordinaria carità verso il prossimo. Un presagio delle sue virtù si manifestò quando, ancora nella culla, uno sciame di api volò sopra di lui, costruendo un favo di miele nella sua mano destra. Cresciuto nella casa paterna con grande cura, perse il padre all’età di quindici anni e continuò a vivere sotto la guida della madre, che decise di dedicarsi interamente alla sua educazione e al servizio di Dio, rinunciando a risposarsi.
Per un periodo, Pietro servì Simone, Conte di Montfort, durante la Crociata contro gli Albigesi. Dopo la celebre battaglia di Muret, in cui perse la vita Pietro II d’Aragona, il Conte, commosso dalla sorte del giovane Jacopo, prigioniero di soli sette anni, scelse Pietro Nolasco come suo precettore. Pietro adempì a questo incarico con grande dedizione, guadagnandosi la stima e la fiducia del giovane re, che gli permise di riformare la corte attraverso l’esempio della sua santità.
La devozione alla Vergine Maria e la carità verso i cristiani prigionieri dei Mori furono le virtù che caratterizzarono la vita di San Pietro. Fondò l’Ordine di Santa Maria della Mercede per la redenzione degli schiavi, approvato dalla Sede Apostolica. Oltre ai tradizionali voti di povertà, castità e obbedienza, aggiunse un quarto voto: impegnare i propri beni e, se necessario, la propria persona per liberare gli schiavi. Eletto primo Generale dell’Ordine, lo guidò con saggezza e rettitudine, attirando numerosi seguaci, sia tra il popolo che tra i nobili, che offrivano se stessi e i loro beni per questa missione.
San Pietro si recò più volte in Africa, affrontando grandi difficoltà e pericoli, per riscattare gli schiavi. La sua fama giunse fino in Francia, dove il re Luigi IX desiderò incontrarlo. Durante un viaggio in Linguadoca, Pietro ebbe l’opportunità di conoscere il sovrano, che gli propose di unirsi a una spedizione in Levante per liberare i cristiani. Pietro accettò con gioia, ma una malattia lo costrinse a rinunciare.
La sua vita fu un esempio di castità, umiltà, astinenza e altre virtù. Dotato del dono della profezia, predisse eventi futuri, tra cui la riconquista di Valenza da parte del re Giacomo. Ricevette frequenti apparizioni dell’Angelo Custode e della Vergine Maria. Alla fine della sua vita, ormai anziano e malato, esortò i confratelli a continuare l’opera di carità verso gli schiavi e, dopo aver ricevuto i sacramenti, morì nella notte della vigilia di Natale del 1250. Fu canonizzato da papa Urbano VIII nel 1628, e la sua festa è celebrata il 28 gennaio.
Nell’iconografia, San Pietro Nolasco è spesso raffigurato inginocchiato davanti alla Vergine Maria, circondato da angeli, con l’abito bianco dei Mercedari. Opere d’arte come quelle di Francisco de Zurbarán ne celebrano la vita e le visioni, tra cui la Gerusalemme celeste e l’apparizione di San Pietro Apostolo, che lo incoraggiò a continuare la sua missione in Spagna. La sua figura rimane un simbolo di carità e dedizione alla redenzione degli oppressi.